Conferenza del 1° giugno 2017 – Avellino

Si è svolta ad Avellino, il primo di giugno, alle 18.00, al Circolo della stampa, la conferenza Dal romanzo alla storia. Profezie sul destino dell’Europa, organizzata da “il Banditore – comitato per la difesa del paesaggio”. All’incontro, coordinato da Massimo Pacilio, presidente dell’associazione, sono intervenuti il prof. Giovanni Damiano, la dott.ssa Cristina Coccia e il dott. Armando Acerra, ai quali ha fatto seguito l’intervento conclusivo del presidente.

Le quattro relazioni, anticipate da una prolusione di Massimo Pacilio, sono state incentrate sul tema del destino dell’Europa, e in particolare dei nostri luoghi, alla luce delle recenti trasformazioni dovute all’arrivo di ondate di immigrati spesso irregolari, e di come questi importanti cambiamenti influiscano sul paesaggio umano e naturale tipico del nostro territorio.

L’ordine degli interventi è stato il seguente:

1.     Giovanni Damiano, Il romanzo profetico di Jean Raspail

2.     Cristina Coccia, Diagnosi di una Nazione al tramonto

3.     Armando Acerra, Rilievi fiscali ed economici di una grande illusione

4.     Massimo Pacilio, Teoria e tecnica della nuova invasione

 

Nel primo intervento, il prof. Giovanni Damiano, tratteggiando la valenza profetica del romanzo di Jean Raspail, Il Campo dei Santi, ha messo in risalto la capacità dello scrittore francese di preconizzare la reazione dell’Occidente di fronte ad una invasione di pària provenienti all’India. Attraverso le parole del relatore, si è visto, nitidamente, come l’adozione di una prospettiva umanitaristica sia la causa della incapacità, da parte dei Paesi europei, di pensare responsabilmente ad una difesa dei propri popoli. Nel romanzo si delinea una sorta di resa incondizionata all’invasione, così come avviene oggi, soprattutto da parte di chi, detenendo il potere, dovrebbe garantire, prima di tutto, la difesa di propri territori.

 

Esponenti del governo, della cultura, dell’informazione mostrano di non possedere più quella lungimiranza necessaria a provvedere al bene dello Stato e si lasciano paralizzare da un desiderio di autodistruzione in cui trascinano ogni cosa. Raspail riesce a prevedere, con magistrale capacità narrativa, non solo l’invasione dell’Europa da parte di folle provenienti dal Terzo Mondo, ma soprattutto la debolezza di una classe politica rivelatasi del tutto inadatta ad affrontare la difficoltà e la durezza di questi tempi.

 

Sbarchi (1997-2016) – numeri assoluti. (Fonte: Fondazione ISMU)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel secondo intervento, la dott.ssa Cristina Coccia ha illustrato, con puntuali riferimenti statistici, l’andamento demografico della popolazione italiana, campana e irpina.

 

Tasso di natalità (dati Istat 2016) nelle Province della Campania. Avellino ha il tasso di natalità più basso, insieme alla provincia di Benevento.

 

Indici di vecchiaia (elaborazione su dati Istat 2016) delle Province della Regione Campania. La popolazione delle province di Benevento e Avellino è la più vecchia.

 

Tassi di crescita della popolazione nelle Province della Campania (elaborazione su dati Istat 2016). Nonostante tutti gli indici siano negativi, le Province di Avellino e Benevento sono comunque quelle con una minore crescita.

 

Dati nazionali – Tasso di crescita degli stranieri (elaborazione su dati Istat 2016). La Campania è tra le prime 3 collocandosi molto al di sopra della media nazionale. Questo significa che la crescita della popolazione è causata principalmente dall’immigrazione.

 

Dai grafici mostrati al pubblico, è stato possibile avere una nozione precisa sull’andamento della natalità degli italiani e degli stranieri che si sono stabiliti nei nostri confini nazionali e regionali, e sulle prospettive che definiscono l’esito possibile della popolazione italiana nel medio-lungo termine. In un arco di tempo pari a quello che ci separa dal raggiungimento dell’unificazione politica, l’Italia si troverà ad avere una maggioranza di abitanti stranieri e solo una minoranza discendente da italiani.

Previsione statistica condotta sull’attuale tendenza della natalità (dal 2010 al 2016 – dati Istat). Secondo questa analisi di regressione lineare, il punto di sorpasso demografico si verificherà nel 2034.

 

Popolazione residente e stranieri sul suolo italiano in valori assoluti. Previsione condotta su dati Istat secondo un modello di regressione lineare. Nel 2174, si verificherà la prevalenza quantitativa degli stranieri che saranno 43 milioni e 700 mila su 43 milioni e 20 mila italiani. La popolazione complessiva sarà di quasi 87 milioni di abitanti nella penisola.

 

Una tendenza che potrebbe verificarsi in tempi ancora più brevi, se continuano ad aumentare gli sbarchi sulle nostre coste. Insieme a questo, si affaccia il dato ancora più preoccupante della diffusione delle nuove malattie, contro le quali gli italiani non hanno sviluppato difese immunitarie. Una difficoltà che rende più arduo il compito di difendere l’esistenza e la salute della popolazione. Un compito verso il quale gli attuali governanti mostrano una palese inadeguatezza, se non addirittura la più completa indifferenza.

Prevalenza delal tubercolosi nel mondo per 100.000 abitanti. (Fonte: OMS 2006)

 

Nascite e morti in Italia dal 1900 al 2012 (dati Istat). Dal grafico risulta evidente che, nella natalità, si sono verificati dei cali (principalmente provocati dai conflitti mondiali) seguìti da fasi di ripresa e da un picco a metà degli anni Sessanta (1964), in pieno boom economico. Successivamente, la natalità si è stabilizzata, negli anni Ottanta e Novanta, secondo la fisiologica dinamica evolutiva della popolazione italiana, raggiungendo un equilibrio con la capacità portante del territorio. Attualmente gli abitanti della penisola sono (dati 2016) 60 milioni e 660 mila circa.

 

La popolazione italiana, come quella di tutti i paesi europei, ha espresso il suo potenziale biotico – e quindi riproduttivo – per poi stabilizzarsi a un numero di individui determinato dalla capacità portante dell’ambiente. L’immissione di popolazioni esogene con potenziali riproduttivi molto più elevati dei nostri, provocherà senza dubbio un’alterazione del normale equilibrio che, nei millenni, si è stabilito tra noi e il nostro ambiente, all’interno delle dinamiche evolutive che caratterizzano gli ecosistemi. Ciò provocherà inevitabilmente una devastazione ecologica, in séguito a sfruttamento delle matrici ambientali, frammentazione territoriale, perdita di biodiversità nelle specie selvatiche, urbanizzazione, cementificazione, impermeabilizzazione del suolo nei nuclei urbani, aumento del dissesto idrogeologico e altri numerosi processi distruttivi dell’ambiente e dei paesaggi che da questi ne conseguiranno.

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Nel terzo intervento, il dott. Armando Acerra, attraverso un’analisi dei dati economici degli ultimi anni, ha provveduto a smontare la vulgata, diffusa dalla gran parte dei media, secondo la quale l’Italia si troverebbe nella necessità di accogliere una grande quantità di forza-lavoro dall’estero per riequilibrare i conti pubblici e la spesa pensionistica. Niente di più infondato.

Contributo Irpef degli stranieri che risulta essere soltanto di 6,7 miliardi di euro, ovvero l’1,5% del totale della contribuzione Irpef.

 

Oltre alle spese che l’Italia deve sostenere per gli stranieri regolari, ci sono anche quelle relative al sistema dell’accoglienza. A queste spese vanno sommate anche quelle relative all’assegnazione delle case popolari, agli asili nido, a vari assegni e sussidi familiari e sociali e ad assistenze varie (legali, mediche specialistiche, etc.)
Da un riepilogo dei dati presentati, risulta un bilancio negativo con un saldo complessivo annuo di -11,7 miliardi di euro.

 

Ad un esame della situazione, quale si profila da qualche anno, l’Italia affronta una spesa annuale di oltre una decina di miliardi di euro.

Questa è l’entità del peso sui conti pubblici, approssimata per difetto, dell’immigrazione, alla quale si deve aggiungere il costo per il mantenimento delle centinaia di migliaia di persone che sbarcano ogni anno sulle coste italiane. Una spesa complessiva gravante su tutti i contribuenti italiani, un pesante fardello che lasceremo in eredità alle prossime generazioni.

 

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Nell’ultimo intervento, il presidente ha tracciato i contorni di quella che, a buon diritto, può essere definita una vera e propria ‘invasione’, a partire dalle aree di origine degli spostamenti, fino agli arrivi sulle coste italiane e all’insediamento nei centri di accoglienza predisposti nel nostro Paese.

Linea blu: richieste di riconoscimento dello status di rifugiato. Linea rossa: riconoscimenti effettivamente concessi.

 

Sprar in provincia di Avellino. Da quanto emerge dai dati e dall’elaborazione grafica, nessun Comune rispetta il rapporto di 2,5 migranti ogni 1000 abitanti.
Accoglienza privata in provincia di Avellino. Da quanto emerge dai dati e dall’elaborazione grafica, nessun Comune rispetta, neanche nel privato, il rapporto di 2,5 migranti ogni 1000 abitanti.

La tutela del nostro paesaggio, con tutte le caratteristiche che lo distinguono e lo rendono unico, non può prescindere – ha concluso il presidente – da un’attenta analisi delle profonde trasformazioni in corso e dalla ricerca, sul piano storico, economico e culturale, delle migliori strategie di difesa e valorizzazione di ciò che, attraversato i secoli, abbiamo ricevuto in eredità dai nostri antenati.

 

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