La favola del 2,5 per mille

Da un articolo di Sergio Rame pubblicato su “il Giornale” leggiamo:

“In Italia sia l’anno scorso che quest’anno siamo stati intorno a 3 richiedenti asilo ogni mille abitanti: non siamo di fronte ad alcuna invasione”. Partecipando al teatro Argentina alla presentazione del Rapporto annuale del Centro Astalli, monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, è tornato a chiedere maggiore accoglienza invitando la politica a “parlare delle migrazioni con competenza e serietà per superare finalmente un’informazione allarmistica ed ideologica del fenomeno, che troppo spesso dimentica il popolo dei migranti, 5 milioni, per fermarsi ad esasperare alcuni casi”. (leggi)

Il segretario della Conferenza episcopale italiana sostiene, dunque, che “non c’è alcuna invasione” perché “In Italia” vi sono “3 richiedenti asilo ogni mille abitanti”. Andiamo a verificare, quanto dichiarato dal monsignore, nell’area in cui ci è più facile raccogliere dati: la provincia di Avellino. Qui ci sono 8 comuni che aderiscono al Sistema per la protezione dei richiedenti asilo e dei rifugiati (fonte Servizio centrale Sprar).

Tabella 1 – Progetti Sprar nella provincia di Avelllino

Preleviamo i dati sul numero di cittadini residenti nei Comuni elencati nella Tabella 1 (fonte Istat – Demografia in cifre).

Tabella 2 – Popolazione residente

Ne ricaviamo questa seconda tabella. Il calcolo è semplice e da esso possono essere estratti i dati che riportiamo nel grafico sottostante.

Grafico 1 – Percentuale di richiedenti asilo

Come si può vedere, in nessun caso è stato rispettato il parametro richiamato dal monsignore. Va precisato, a onor del vero, che la percentuale concordata tra Ministero dell’Interno e Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) è del 2,5 per mille, non del 3, come riferisce il prelato (leggi). Purtuttavia, si potrebbe obiettare che un siffatto parametro andrebbe applicato non ai singoli Comuni, ma al territorio nazionale nel suo insieme, per cui il 2,5 per mille darebbe la cifra di circa 150.000 rifugiati da distribuire dove capita.

Non vogliamo neanche immaginare che il buon presule possa avere nel suo armamentario retorico un’interpretazione tanto beffarda del tasso di presenza dei rifugiati. Con essa, infatti, si legittimerebbe addirittura la concentrazione – per fare un esempio – di un migliaio di persone in un solo comune di 500 abitanti: non si registrerebbe, in questo caso, la smisurata proporzione del 200% di stranieri (come ogni cittadino sperimenterebbe), per il semplice fatto che, considerando l’Italia tutta, quei mille farebbero parte dell’intero contingente dei 150.000. E il gioco sarebbe fatto.

 

Post scriptum

A riprova di quanto scritto finora, ci giungono i numeri relativi ai recenti progetti approvati dal Ministero dell’Interno. Ci limitiamo, anche in questo caso, a prendere in esame i progetti della provincia di Avellino. Essi riguardano quattro Comuni e abbiamo scelto di riepilogare i risultati nella tabella che segue:

Come si può vedere, le intenzioni del Governo non sono affatto cambiate. Non viene mai rispettato il tasso del 2,5 per mille. Nel migliore dei casi abbiamo un 6 per mille a Lacedonia. Ma quello che risalta su tutti è il dato di Sant’Angelo a Scala, dove si raggiunge il 61 per mille, ossia 24 volte superiore a quello stabilito negli accordi tra Ministero e Comuni.

L’ultima colonna è quella più interessante. Indica quanti sarebbero dovuti essere i richiedenti asilo se fosse stato rispettato il tasso del 2,5 per mille. Questi numeri danno chiaramente la  dimensione della truffa che viene immancabilmente operata nei confronti delle comunità locali, alle quali viene raccontato che lo Sprar è l’unico mezzo per non vedersi invaso il proprio territorio.

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